Ju Sugnu di Rose

Ju sugnu calavrisi e mi cci sientu;
sugnu du Cumuni di Rosi e mi nni vantu ….


“Cresciuto sul crinale di una collina (415 m s.l.m.) con le sue case arroccate, salde piantate sulla ferrea roccia, accostate l’una all’altra quasi a protezione reciproca, domina, con il suo antico castello, tutta l’ubertosa vallata del Crati, dai primi contrafforti della Sila al massiccio del Pollino.
Per i suoi abitanti, tuttavia la storia del paese, la fredda cronologia, non è tutto.
Per i rosetani sparsi nel mondo, dall’Europa alle Americhe, fin dal Pacifico e nelle remote terre dell’Oceano Indiano, Rose è una gemma!
Porta là dove la montagna addolcisce la sua ripidezza e, poi s’annulla nel piano.
Un paese tra poggi fiorenti e splendori di cielo, contornato da boschi vibranti per sonori sussurri, per freschi venti e incoronato da frange di nuvole.
E queste case sono la nostalgia pungente degli animi che anelano all’eco dei bronzi delle chiese.
Per i suoi tanti, molti figli lontani, Rose è un inganno della fantasia, un piccolo nido di felicità, dove arde la fiamma dei primi sogni; dove alla vita, la fantasia, deve la speranza di vivere il destino.”

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